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La terra di padre Matteo RicciMacerata, la sua provincia, le Marche«Non sono nato a Roma, ma in questa terra di mezzo sul mare Adriatico. Si chiama Marche ed è abitata da uomini sobri e prudenti, più amanti del silenzio che delle parole, molto versati nel lavoro. Nel centro c'è una città che si chiama Macerata, distesa dentro mura di mattone chiaro e rosa, sopra un colle che guarda il mare verso Oriente. Qui sono nato, qui vivono mio padre, mia madre e i miei fratelli». Così rispose Matteo Ricci a proposito della sua terra al governatore Wang Pan che gli chiedeva da dove provenisse. «Macerata, Macerata», rispose Wang Pan. «Deve essere una città nobile e fortunata, se può educare figli come voi, Li Madou». E poi aggiunse: «Non capisco come vostro padre abbia potuto lasciarvi partire per questo lungo viaggio senza ritorno». Wang Pan forse ricordava quel precetto di Confucio nel secondo libro dei Dialoghi: «Finché il padre e la madre sono in vita non viaggiate in luoghi lontani». Matteo si sentì toccare nell'anima. Esitò un istante e rispose: «Mio padre ha sofferto molto per la mia partenza; ma ha approvato il viaggio dei diecimila li, convinto che fosse necessario perché uomini che abitano terre tanto lontane, respirando sotto la cappa dello stesso cielo, possano conoscersi e vivere in pace. Desidero visitare la Cina e descriverla agli uomini dell'Occidente, anche per non rendere vano il suo sacrificio». da "Il Chiosco delle Fenici" di Filippo Mignini - Il Lavoro Editoriale Visualizzazione ingrandita della mappa |
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